Venezia: un miracolo da (non) credere
C’è una domanda da farsi, arrivando a Venezia. Com’ è possibile – con le fondamenta a mollo da 1600 anni e un intrigo di canali, campielli e calli attraversati da più di 400 ponti, con 10 milioni di turisti che ogni anno la scandagliano in cerca della sua anima – com’è possibile che Venezia resti sempre così bella? Qual è il suo segreto? Beh, la risposta sta nei vostri occhi e in quell’indescrivibile emozione di non poterli credere capaci di reggere un così grande miracolo (e una città che sorge dalle acque è come un miracolo). Quando li sentirete inondati da un’avvolgente pienezza, guardando il Canal Grande, la strada d’acqua su cui si affacciano i palazzi più belli della città. O quando si spalancheranno davanti agli archi dell’iconico Ponte di Rialto, il più antico dei 4 che solcano il Canal Grande: rinascimentale, in pietra, coperto, riccamente ornato. Quando saranno sfiorati dalla carezza lieve dei riflessi sulla laguna del Campanile e delle guglie, finemente decorate in stile bizantino, di una delle chiese più belle al mondo, la Basilica di San Marco. Quando saranno risvegliati dalla sinfonia dell’estasi, di fronte al Ponte dei Sospiri, così bello che, nonostante servisse a portare i condannati nelle carceri della Serenissima, in tutto il mondo è considerato il ponte dell’amore. A dominare Piazza San Marco è l’orgogliosamente gotico Palazzo Ducale, o Palazzo dei Dogi, storica sede della Repubblica: non meravigliatevi se, di fronte a tanta meraviglia, vi scapperà una lacrima, la bellezza commuove.
Dei percorsi artistici non c’è che l’incanto della scelta, le opere di Giorgione, Tiziano e Tintoretto sono conservate nelle Gallerie dell’Accademia, mentre la meravigliosa collezione Peggy Guggenheim, uno dei più importanti musei sull’arte del Novecento, si trova a Palazzo Venier dei Leoni. Per non rimanere senza fiato, servono delle pause. Fatene una negli storici bacari – localini che prendono il nome dal “far bacaria” (cioè baldoria) – dove è d’obbligo un’ombra de vin e si gustano i tipici cicheti (dal latino ciccus: piccola quantità), assaggini golosi, che in un boccone restituiscono la tradizione culinaria di quando Venezia era il più importante mercato del globo. La prova del nove? Assaggiate un piattino di sarde in saor (ovvero “in sapore”: in agrodolce con pinoli o uvetta) e comincerete a parlare in dialetto. Poi si riparte. Ma ancora da una domanda: Venezia è da visitare a piedi, perdendosi nel labirintico intreccio di calli, campielli, canali? O per mare, trasportati da un’elegante e tradizionale gondola? Se pensate che la bellezza abbia bisogno di tempo, prendetevelo tutto per scoprire alcuni scorci e gioielli altrimenti non visibili e ammirare meravigliosi edifici. E ancora, le botteghe artigiane: a partire da quella dello squerariol (il produttore di gondole), per poi entrare nel laboratorio di un remer (l’artigiano che fabbrica remi e forcole), fino al mascarer, il creatore di maschere in cartapesta per il Carnevale, uno degli eventi simbolici e attrattivi della città. E poi in barca (o vaporetto) per Murano, dove l’artigianato del vetro ha origini antichissime e a Burano, un micro mondo color pastello, dove l’arte del merletto è la metafora dell’intrico di emozioni del viaggio in laguna.
Veneto all inclusive
La natura serena del Lago di Garda, il fascino verticale delle vette delle Dolomiti o i vasti prati dell’Altopiano di Asiago, i lidi curati di Jesolo e Caorle, le colline della Valpolicella dimora di vini straordinari, le terme di Padova per la cura del corpo, frequentate già dai Romani. E poi: l’eleganza di città come Verona, Vicenza, Treviso. Ve l’abbiamo detto: il Veneto è una regione all inclusive, con un’orgogliosa identità popolare e costumi secolari, dove il viaggio è un’esperienza naturalistica, enogastronomica, sportiva. Per esempio, Verona. Difficile dire da quali palazzi, piazze e giardini cominciare a conoscerla. Bagnata dall’Adige, è il tempio dell’amore, della musica e dell’arte. Aspetti che si colgono già camminando tra le sue stradine lastricate o a Piazza delle Erbe, dove l’architettura è un fascinoso mix medievale e rinascimentale. Le sue attrazioni top: l’iconica Arena, un anfiteatro romano dove ancora si tengono spettacoli, opere e concerti; il balcone della casa di Giulietta, simbolo dell’amore impossibile cantato da Shakespeare. L’incontro con la tavola qui, nelle sue tipiche osterie, è un’esperienza degustativa abbinata a un bicchiere di Amarone, un rosso amato in tutto il mondo, prodotto nella zona collinare tra Verona e le Prealpi Venete.
Se amate riposare, lasciatevi coccolare dalla placida bellezza del Lago di Garda per una rilassante esperienza a contatto con la natura prima di raggiungere in barca Lazise, Malcesine o Valeggio sul Mincio, una location da sogno che vi regalerà momenti di bucolico relax. A Vicenza l’immersione è nel classicismo limpido di Andrea Palladio, archistar rinascimentale che qui ha lasciato tracce del suo genio: Piazza dei Signori, Teatro Olimpico, Loggia del Capitaniato, oltre che un’infinita serie di ville disseminate lungo il corso del Po. A Padova imperdibili sono la Cappella degli Scrovegni, capolavoro di Giotto, e l’incantevole Orto Botanico, uno dei giardini più antichi del mondo. Nell’incantevole e incantata Treviso, città d’acque dai canali tranquilli, si assaggiano il raffinato risotto al radicchio rosso, in un’atmosfera resa allegra dalle bollicine del Prosecco di Valdobbiadene e Conegliano, prodotto in una delle zone vitivinicole più affascinanti del mondo. E infine un consiglio molto importante, prima di sedersi a tavola: in Veneto è d’obbligo farsi uno Spritz, tipico bicchiere con Aperol, prosecco e soda, ghiaccio e una fetta d’arancia. Attenzione, non stiamo solo parlando di un aperitivo: lo Spritz è un rito, una fede, una consuetudine centenaria (pare sia nato sotto la dominazione austriaca, tra ‘700 e ‘800) ora diffusa in tutta Italia. E i veneti ne vanno fieri e lo onorano, ogni sera dopo il lavoro, ciacolando con gli amici.